Una parte di me stava annegando in quegli occhi, tanto da non capire esattamente neanche la forma di ciò che avevo davanti, ma un'altra stava urlando. Dal profondo della mia anima un urlo si stava levando: una voce dapprima incomprensibile, poi sempre più chiara. La porta che prima si era spalancata, adesso era chiusa, l'acqua, scomparsa, era lì: razionalmente sapevo di stare sognando, ma quell'urlo mi diceva che qualunque cosa mi fosse successa, sarebbe stata tragicamente reale...e ciò che avevo davanti non aveva buone intenzioni! Improvvisamente si alzò un leggero vento, le gocce d'acqua cominciarono a turbinare e la luce divenne ancora più intensa, quasi un incendio, quasi il sole avesse sfondato le persiane; sentii distintamente il "crack" dei miei nervi che cedevano ed una forza che m'invadeva (disperazione?). Goffamente nuotai nell'aria per mettermi dritto: giusto in tempo per vedere lo scintillio delle sue zanne vicino al mio viso... e sentire qualcuno che mi afferrava dalle spalle e mi tirava via!
Mi svegliai nel mio letto, come se qualcuno mi ci avesse scaraventato, mi alzai in stato semicomatoso, mi trascinai in bagno e da lì in cucina: sulla tavola era pronta la colazione. La mia coinquilina (bel corpo, capelli biondo rame, occhi verdi: tipetta carina, parecchio strana, ma molto carina!) mi mise davanti una tazza di caffè e sparì in corridoio.
In compenso, il suo cane (un meticcio esagitato all'ennesima potenza da me soprannominato "pulce"), mi diede un caloroso buongiorno. Avete presente la legge di Murphy che recita "una fetta di pane cade sempre dal lato imburrato"? Beh, con Pulce in giro, la fetta non tocca neanche terra...tanto da far dubitare della sua reale esistenza!
Studiai per un attimo la tazzina e subito dopo ne ingurgitai il contenuto; mi girai verso il corridoio e urlai: "Se vuoi al lavoro ti accompagno io!". Due grandi occhi verdi mi fissarono stupiti: "Vedi che io non lavoro di domenica!" e, mostrandomi il guinzaglio, "Andiamo a farci un giretto e per pranzo sono a casa!". Si avvicinò, mi diede un buffetto affettuoso sulla guancia e mi disse: "Sveglia, sù!", per poi uscire assieme al cane.
Ero paralizzato: "Domenica?" pensai, "Non può essere domenica!"...
Mi svegliai nel mio letto, come se qualcuno mi ci avesse scaraventato, mi alzai in stato semicomatoso, mi trascinai in bagno e da lì in cucina: sulla tavola era pronta la colazione. La mia coinquilina (bel corpo, capelli biondo rame, occhi verdi: tipetta carina, parecchio strana, ma molto carina!) mi mise davanti una tazza di caffè e sparì in corridoio.
In compenso, il suo cane (un meticcio esagitato all'ennesima potenza da me soprannominato "pulce"), mi diede un caloroso buongiorno. Avete presente la legge di Murphy che recita "una fetta di pane cade sempre dal lato imburrato"? Beh, con Pulce in giro, la fetta non tocca neanche terra...tanto da far dubitare della sua reale esistenza!
Studiai per un attimo la tazzina e subito dopo ne ingurgitai il contenuto; mi girai verso il corridoio e urlai: "Se vuoi al lavoro ti accompagno io!". Due grandi occhi verdi mi fissarono stupiti: "Vedi che io non lavoro di domenica!" e, mostrandomi il guinzaglio, "Andiamo a farci un giretto e per pranzo sono a casa!". Si avvicinò, mi diede un buffetto affettuoso sulla guancia e mi disse: "Sveglia, sù!", per poi uscire assieme al cane.
Ero paralizzato: "Domenica?" pensai, "Non può essere domenica!"...
3 commenti:
Beh, il risveglio da un sogno non deve essere per forza una cosa banale! Può benissimo essere una zona di passaggio verso un'altra del racconto: accogliendo il suggerimento di Jan, ho utilizzato questo escamotage (forse un po' lungo: me ne scuso, non succederà più!).
A voi la "penna e il calamaio"!
Hai ragione, sono io che non sono molto ispirato ultimamente. Prometto che nel week end mi armerò di creatività!
Buona scrittura a tutti!
ottimo modo per condurci al risveglio...sono curioso di capire lo scorrere del tempo
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