Blognovel: istruzioni per l'uso!

Benvenuti lettori!
A voi, che siete giunti in queste pagine, è dedicato questo piccolo trafiletto...che ci siate arrivati perché indirizzati o per caso, perché obbligati, perché siete inciampati nella Rete e ci siete finiti di faccia o peggio...perché la cosa vi ha incuriositi...beh...l'importante è che ora ci siete!
Seguite i numeri di ogni post nell'Archivio blog come fossero piccoli capitoli e sprofondate nel nostro mondo!

Quattro autori (dai ritmi bradiposi) un giorno han deciso di "divertirsi" spiattellando sul web le loro surreali idee e creando questo luogo: una blognovel, ma anche un cadavere eccellente!
Le regole che guidano la mano degli autori sono semplici:
1) un autore non può scrivere due post di seguito (quindi devono essere sempre alternati), in questo modo non c'è monopolio ma neanche dei turni fissi (si scrive quando si può);
2) non c'è uno stile o genere: il romanzo può andare dal fantasy al realistico, dal poliziesco all'horror, dalla commedia a quello che si vuole;
3) numerare i post: in questo modo la lettura è facilitata;
4) non esagerare con la lunghezza;
5) possibilmente cercare di non pilotare la trama e lasciare qualche porta aperta per chi scriverà dopo;
6) utilizzare i post per la storia ed i commenti per le opinioni.

Buona lettura,
Belfolk

martedì 15 settembre 2009

19 "Quesiti"

La memoria andò con riluttanza ai bui ricordi dell’Istituto: l’arrivo, dopo che ero uscito dall’ospedale, ancora con le fasce a coprire le ferite, i dottori, i compagni; un conato di pensieri, mi allontanò da quelle immagini, per rispedirmi a quelli ben più strani delle ultime ore/giorni. Il mio sguardo ormai era fermo, la mia volontà (forse la mia rassegnazione) ormai era ferma, guardai verso colui che io chiamavo Raffaeli e, con fare altrettanto gioviale, dissi: “Possiamo fare solo il punto della situazione?”. Mi guardò tra l’incuriosito e lo stupito, annuendo col capo.
Io cominciai: “Un essere dagli strani occhi amaranto, una folta chioma dorata e soprattutto zanne?”, l’uomo anziano alzò la mano come se avesse risposto all’appello; deglutii e continuai “Cosa vuol dire Ne abbiamo trovato un altro? Chi?”, “Si riferiva a me, …a me.” Linda quasi sussurrò quelle parole; mi sembrò strano, era come spuntare la lista delle cose da portarsi prima di un lungo viaggio, solo che le parole cominciavano a mancarmi: “Acqua?”, “Anche quella mia!” il biondo parlò e si stampò un sorriso divertito sulla faccia; “Aria?”, “Il più delle volte io, direi!” Raffaeli rispose ed anche lui assunse un’aria giocosa. Cominciavo a far fatica ad aprire bocca, il prossimo passo sarebbe stata l’afasia. Per contro cominciai a snocciolare tutto quello che non andava: i giorni che andavano e venivano, i sogni fin troppo reali, le cose che sembravano non esistere, i lividi, gli specchi, le foto, i cani, quel posto, Linda…
Senza scomporsi, Raffaeli arricciò un angolo della bocca e rispose: “Complicato! E di alcune cose devo ancora capire il perché!”.
Fu il colpo di grazia, braccia a penzoloni e capo inclinato da un lato, gli rivolsi l’ultima domanda: “La posso chiamare almeno dottore?”, al suo assenso continuai, “Dottore, Franco è mai uscito dall’Istituto quel venerdì? Cioè, io sono mai uscito dall’Istituto?”.
Improvvisamente le figure al di là del muro sembrarono preoccupate, il mondo si stava nuovamente distorcendo, girai la faccia verso la Linda accanto a me e mi immobilizzai. Lo sguardo chino, addolorato, i suoi occhi verdi erano umidi. I suoi bellissimi occhi: erano una passeggiata nel bosco, erano uno spiazzo erboso che dà ristoro, erano la luce del sole che filtra trai rami, e proprio una goccia di quella luce stava cadendo. Non l’avevo mai vista piangere; ed ora una lacrima rigava il suo volto. La consapevolezza che la colpa di quella lacrima ero io, mi fece più male di tutto quello che stava succedendo intorno!

lunedì 7 settembre 2009

18. Un altro

"Benvenuto!". Raffaeli era gioviale, come se stesse accogliendo ospiti graditi nel salotto di casa sua. "Dev'esserci stato un piccolo inconveniente, ti chiedo scusa".
Ero basito.
Un piccolo inconveniente? Quale piccolo inconveniente?
Mi feci forza: "piccolo inconveniente un corno, che sta succedendo?"
Il Dottor Raffaeli continuava a guardarmi con quel suo sorriso affabile, lo stesso stampato sulle facce di Linda e del vecchio biondino. Chi era la persona che avevo davanti? Per quanto sia appassionato di fumetti nessun essere umano arriva trasportato da una tromba d'aria.
"Tutto questo non sarebbe dovuto succedere, non ora almeno. Non eri ancora pronto."
Ok, non ero pronto ma "pronto per cosa?".
"Ogni nostro esperimento giunge a maturazione in tempi ben precisi. Talvolta, tuttavia, accade che un corpo ospite particolarmente sensibile, unito ad un catalizzatore difettoso possa prendere coscienza prima del previsto."
"Io non sono difettosa!"
Era stata Linda a parlare. Ad urlare quasi.
"Di te e del tuo coinvolgimento parleremo dopo". Il tono di Raffaeli era calmo, eppure non ammetteva repliche. "Fortunatamente abbiamo i nostri strumenti di controllo e sono orgoglioso di affermare che hanno funzionato anche questa volta. Com'è che l'avete amorevolmente chiamato? Pulce mi pare..."
Corpo ospite? Catalizzatore?
"Dottore... che cazzo sta dicendo? Credo... Credo che mi debba delle spiegazioni!"
"Ogni cosa a suo tempo. Comincerò col dirti che io non sono Raffaeli e questa non è Linda. Eh, ah sì, tu non sei Carlo".
Stavo impazzendo. Di nuovo.