Blognovel: istruzioni per l'uso!

Benvenuti lettori!
A voi, che siete giunti in queste pagine, è dedicato questo piccolo trafiletto...che ci siate arrivati perché indirizzati o per caso, perché obbligati, perché siete inciampati nella Rete e ci siete finiti di faccia o peggio...perché la cosa vi ha incuriositi...beh...l'importante è che ora ci siete!
Seguite i numeri di ogni post nell'Archivio blog come fossero piccoli capitoli e sprofondate nel nostro mondo!

Quattro autori (dai ritmi bradiposi) un giorno han deciso di "divertirsi" spiattellando sul web le loro surreali idee e creando questo luogo: una blognovel, ma anche un cadavere eccellente!
Le regole che guidano la mano degli autori sono semplici:
1) un autore non può scrivere due post di seguito (quindi devono essere sempre alternati), in questo modo non c'è monopolio ma neanche dei turni fissi (si scrive quando si può);
2) non c'è uno stile o genere: il romanzo può andare dal fantasy al realistico, dal poliziesco all'horror, dalla commedia a quello che si vuole;
3) numerare i post: in questo modo la lettura è facilitata;
4) non esagerare con la lunghezza;
5) possibilmente cercare di non pilotare la trama e lasciare qualche porta aperta per chi scriverà dopo;
6) utilizzare i post per la storia ed i commenti per le opinioni.

Buona lettura,
Belfolk

giovedì 5 agosto 2010

23

Anna chiuse la porta dell'ufficio del Dr. Wormald e si avviò agli spogliatoi: quello sguardo le frullava ancora per la testa! Non aveva mai fatto troppe domande, anche per la politica sulla privacy dell'Istituto stesso: rigorosissima. I nomi propri dei pazienti della clinica erano palesi solo se soggiornavano nei reparti del primo piano, al secondo erano codificati: sulle loro cartelle si leggevano solo una sfilza di numeri e lettere; anche i rapporti erano limitati: uno squadrone di infermiere preposte monopolizzava i contatti.
Ultimamente, a pensarci bene, uno di quei plichi continuava a spostarsi dalle diverse scrivanie, anche prima era in bella mostra sotto i gomiti del dottore: il paziente F>C:4135991_068 era diventato particolarmente famoso!
Beh, mai quanto la paziente del terzo piano! Una specie di leggenda metropolitana se non fosse che, a quanto pare, esisteva veramente: tutto il reparto era a lei dedicato ed era posta direttamente sotto le cure del Dr. Wormald, neanche le infermiere del secondo vi si erano mai avvicinate. La paziente 2211251891, detta "5" nei pettegolezzi di corridoio, giaceva in coma farmacologico da tempo immemore e aveva alimentato storie e ipotesi di ogni tipo: c'è chi sosteneva che era arrivata ricoperta di ferite gravi perché coinvolta in un blitz delle forze speciali o in un incidente stile gru (o era un autobus?) contro palazzo, mentre altri sussurravano che fossero tutte scuse.
Era venuto a mancare solo un numero senza importanza! Anna fissava la porta dell'armadietto e quel pensiero non la mollava!

domenica 2 maggio 2010

22. Trentasette

Alla scrivania nel suo ufficio Wormald teneva i gomiti puntati sul tavolo ed il mento poggiato sulle nocche. Qualcosa lo affliggeva, un velo di tristezza passò sui suoi occhi prima di guardare in faccia il suo interlocutore.
Anna stava ripetendogli per l'ennesima volta tutta la storia, e per l'ennesima volta non cambiava una virgola in tutto il racconto. Qualcosa doveva essergli sfuggito perché dati i presupposti la conclusione non poteva essere quella che si era verificata. Non di nuovo.
L'intervento era andato alla perfezione, era stato incaricato lui stesso, ma se non fosse stato così avrebbe voluto prenderne parte. Sentiva come se dai piani alti stessero iniziando ad estrometterlo dalle sue ricerche, dalla sua vita.
"L'operazione è stata magnifica, non un errore, non una sbavatura. Incisione, taglio, resezione, chiusura, tutto eseguito al millesimo di secondo da tutto lo staff. Dev'essere successo qualcosa dopo. Qualcosa nei bendaggi. O nei dosaggi. O...". Anna proseguiva con la sua litanìa.
"No, Anna non c'entra, lei esegue solo gli ordini. Non sa nulla. Non fa domande. La variabile dev'essere un'altra!". I pensieri continuavano a fluire ininterrotti per la mente di Wormald quando si accorse del silenzio che era calato nella stanza.
Anna lo stava fissando, aveva finito di parlare. Anche se stanca dopo la lunga giornata, il suo sguardo era vivo e fermo. Sapeva di non avere alcuna colpa per quanto era accaduto.
"Infermiera Stevenson, può ripetermi cortesemente in che orari ha effettuato le ispezioni?"
"Alle 15, alle 17 ed alle 19. Era tutto in regola: ho controllato i bendaggi e sostituito le flebo. Nel giro delle 21, quando sono arrivata, il paziente non respirava più.".
Wormald riprese il flusso di pensieri e la sua espressione colpì per un attimo l'infermiera: non era quella di un dottore affranto per una perdita, come se quello venuto a mancare fosse solo un numero senza importanza. "Dottore se non ha altre domande io andrei a casa. Il mio turno è finito un'ora fa".
"Certo infermiera, vada pure. La ringrazio, a domani.".
"A domani.".
La stanza ripiombò nel silenzio.
"E con questa volta siamo a trentasette. Sarà meglio che mi sbrighi a farlo tornare prima che non sia più recuperabile."