Speriamo che il semaforo all'incrocio sia rosso o non ce la farò mai!
Ogni santa mattina mi tocca fare la centometrista...ad ostacoli: quella carrozzina la vedo dura da superare!
Possibile che metto la sveglia sempre prima e faccio sempre più tardi?
Ti prego fai che il conducente mi veda e non faccia il bastardo!
SALVA!
Anche oggi il 545 è un carnaio, con i piedi a filo dello scalino di metallo e le porte scorrevoli che si aprono e chiudono praticamente sul naso: una marea di gente, una folla e in fondo anche qui riesco a sentirmi sola.
In quel vetro non esattamente pulito intravedo il mio riflesso: è buffo come una cosa così semplice sia diventata assurda nell'ultimo anno e chissà da quanto avrebbe dovuto esserlo!? La consapevolezza è giunta poco alla volta, come un sogno che viene ricordato lentamente durante la giornata e poi ha cominciato a sfociare in visioni, in ricordi che non dovevano essere lì, in immagini di un'altra me stessa e di altre decine di persone. Accettare tutto questo è stato angosciante, finché il mio orgoglio non ha capito cosa stava succedendo: mi stavano usando!
I ricordi di una riunione clandestina e poi il boato, le pareti che esplodevano e la gente che scappava, la folle corsa per non essere presa, il ferimento (ancora adesso se piego le mani riesco a sentire distintamente le piaghe lì dove non dovrebbero essere) e il trasferimento al laboratorio della clinica.
E poi la follia.
La follia di chi vuole raggiungere i propri scopi a tutti i costi.
Mi avevano addormentato, mi hanno trasformato e mi hanno dato una vita fittizia perché io non mi accorgessi di nulla.
Sfruttano il mio potere per i loro esperimenti: corpi, coscienze, anime? All'inizio non riuscivo a capire e ancora adesso molte cose mi sfuggono: cosa sono diventata? Sono legata a tutti loro, come un nodo autostradale è legato alle città intorno, ma sono anche qualcos'altro: prendono, danno, passano, si combinano, cambiano...un tassello centrale in un puzzle di follia!
Nomi e sentimenti che si succedono (quale sarà il mio?): Carlo, Davide, Eléna, Federico, Franco, Gianluca, Linda, Lucia, Lucrezia, Maria, Valeria,Vittorio... Se li abbandonassi avrei abbastanza potere da reagire, ma non riesco a slegarmi da lui: quasi non ci credevo, ho persino preso prima coscienza di lui che di me stessa! Il destino forse, ma quanto l'avevo cercato prima di tutto questo, prima di questa vita?
Prender contatti palesemente mi avrebbe fatto scoprire e così ho infuso qua e là un pezzettino di me, un virus che sabotasse piano piano il sistema.
Mi vien quasi da ridere, come faceva quella canzone?
“...Luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni
Il sole mi parla di te
(mi stai ascoltando?)...”
1 commento:
E' passato un anno ed alla fine ho deciso di scrivere il capitolo 25, prendendo a spunto il capitolo 19, tutto quello che è successo dopo e la canzone di Elisa "Luce": chissà che a Carlo non cambi la vita!? ;)
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